Cortometraggio di Giuseppe Schillaci NOTE DI REGIA La genesi, in Sicilia. Sono cresciuto con due zie zitelle, nella loro bottega di sartoria, in un quartiere popolare di Palermo. Li è nata la mia passione per le storie, in quel mondo matriarcale in cui la donna era, di volta in volta, strega o santa, guardiana o insidia dell’ordine patriarcale. In quei racconti femminili, la natura e gli esseri umani erano animati da forze magico-religiose, rituali, credenze, dicerie. Io osservavo, ascoltavo, e la mia immaginazione sovrapponeva figure e suoni a quelle storie di desideri, amori impossibili e repressioni. Da quel mondo ancestrale, seppur cosi vivo e presente, è nato il mio primo romanzo (“L’anno delle ceneri”, Nutrimenti Edizioni, candidato al Premio Strega nel 2010) e nasce oggi Zabut, il mio esordio nel cortometraggio di finzione, dopo anni di cinema documentario. Genius loci. Ricordo bene il giorno in cui misi piede nel casale di Sambuca di Sicilia...
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